Cambiare il paradigma: perché ho deciso di offrire percorsi, anziché servizi

Come il mio mestiere si è evoluto in oltre 15 anni, e perché penso che ci sia bisogno di un cambiamento.

Introduzione

Ricordo come se fosse ieri il giorno in cui ho iniziato a lavorare online: vendevo loghi per 5 euro e siti web per 50, del tutto inconsapevole sia delle logiche di mercato sia del valore del mio lavoro.

Il tempo è passato, sono cresciuto professionalmente e tante cose sono cambiate.

Ma se ce n’è una che è rimasta la stessa, è il motivo per cui le aziende venivano da me: erano stanche delle solite agenzie e, per quanto avessero ricevuto i servizi promessi, non avevano raggiunto nessun risultato concreto.

In pratica, si sentivano truffate.

Ascoltavo le loro storie e cercavo di capire: la colpa era dell’azienda o dell’agenzia?

Forse era l’azienda che non era formata abbastanza sul digitale e pretendeva cose irraggiungibili. O magari l’agenzia aveva fatto troppe promesse pur di vendere, senza però avere la capacità di mantenerle.

Ci ho messo più di 15 anni per capire che la colpa non stava né da una parte né dall’altra.

Il paradigma sbagliato

Ho vissuto in prima persona l’evoluzione della mia professione.

Sono nato negli anni ’90 e, come è successo a tanti miei coetanei, quando iniziai a smanettare con il computer la gente mi diceva che stavo perdendo tempo.

Fast forward di una ventina d’anni e oggi chi fa il mio lavoro è diventato così essenziale che senza di essi il mondo non saprebbe come andare avanti.

Ma ci siamo trascinati dietro un problema fondamentale: questo mestiere si è evoluto così velocemente che, per la fretta, abbiamo importato da altre professioni un modo di lavorare che non ci si addice.

Questo perché la differenza tra questo lavoro e tutti gli altri in cui si offrono servizi sta nel fatto che per ottenere risultati, gli sforzi devono essere condivisi.

Uniti nel digitale

Un’azienda che vuole trarre beneficio dal digitale ha bisogno di un professionista che la segua, e il professionista, a sua volta, ha bisogno dell’azienda per poter fare del suo meglio, perché non può saperne di più di quest’ultima: non è il suo lavoro.

Questo significa che c’è un rapporto di interdipendenza, molto diverso da quello di un dottore con il suo paziente, di un avvocato con il suo assistito o di un architetto con il suo committente, dove invece la relazione è monodirezionale.

Infatti, che tu voglia realizzare un sito web, un e-commerce, un’app o qualsiasi altro prodotto simile, non ha alcun senso se questo non riflette i valori della tua azienda e ciò che la distingue dalle altre. Finiresti col fare la stessa cosa che hanno fatto tutti gli altri.

La collaborazione è un elemento essenziale del rapporto, specialmente in un mondo come il nostro, dove le informazioni viaggiano alla velocità della luce e le cose cambiano di minuto in minuto.

Deve esserci un costante scambio di feedback e bisogna pensare in ottica di obiettivi.

Ecco perché ho deciso di offrire percorsi anziché servizi.

Percorsi vs Servizi

Ragionare per percorsi anziché per servizi apre le porte alla possibilità di riadattare il proprio progetto sulla base delle evoluzioni che subisce.

Questo è estremamente importante in quanto, dopo anni di tentativi, ho capito che tutti i progetti digitali hanno un certo grado di imprevedibilità, e se non vengono affrontati con flessibilità, o si interrompono bruscamente o finiscono per non portare i risultati sperati.

Se io costruisco per te un sito web, il mio lavoro terminerà quando sarà pubblicato, e farò di tutto per assicurarmi che ciò avvenga quanto prima.

Ma se invece intraprendiamo un percorso, l’attenzione si sposta sul risultato: qual è la migliore esperienza che posso creare per gli utenti per aumentare le possibilità che ti contattino?

Forse un semplice sito web non è abbastanza. Forse hai bisogno di sviluppare un prodotto da offrire gratuitamente ai tuoi utenti, e per distribuirlo avrai bisogno di qualcuno che ti aiuti con l’e-mail marketing. E forse ce ne accorgeremo soltanto strada facendo.

Se ti avessi venduto un servizio, cambiare rotta così all’improvviso sarebbe impossibile. Ma se siamo impegnati insieme in un percorso che ha un obiettivo ben preciso, allora potremmo farlo.

È questa la vera differenza tra un percorso e un servizio.

Conclusioni

Spero che tu abbia trovato questo articolo interessante e che ti abbia aiutato a capire perché secondo me è importante cambiare il nostro punto di vista quando ci si approccia al mondo del digitale.

Ho lavorato in questo settore per tanti anni e credo davvero che abbia bisogno di una ventata d’aria fresca. Con Silvestri Consulting, spero di essere parte di quella spinta che metterà in moto il cambiamento.

Se ti va di approfondire i miei percorsi, ti invito a visitare l’apposita pagina.

Alla prossima!

Sull'autore del post
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